lunedì 11 maggio 2009

UOMO LIBERO 59 L'abbraccio mortale. Monoteismo ed Europa

L'abbraccio mortale. Monoteismo ed Europa



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Di Silvano Lorenzoni - Numero 59 del 01/03/2005

NOTE E BIBLIOGRAFIA

(1) Cfr. Karl Bühler, Die Axiomatik der Sprachwissenschaften [Assiomatica delle scienze linguistiche], Klostermann, Frankfurt am Main, 1976 (originale 1933); Silvano Lorenzoni, Chronos. Saggio sulla metafisica del tempo, di prevista pubblicazione per le Edizioni di Ar, Padova.

(2) Cfr., ad esempio, Mircea Eliade, Trattato di storia delle religioni, Boringhieri, Torino, 1976 (originale 1948).

(3) Questo è stato documentato da Mircea Eliade in diverse sue opere: Trattato, cit.; Histoire des croyances et des idées réligieuses, Payot, Paris, 1983 (tre voll., ed. it.: Storia delle credenze e delle idee religiose, tre voll., Sansoni, 1979, 1980, 1983); Le mythe de l'éternel retour, Gallimard, Paris, 1969 (ed. it.: Il mito dell’eterno ritorno, Rusconi, 1975).

(4) Al riguardo, cfr. Ludwig Ferdinand Clauss, Rasse und Seele [Razza e anima], Lehmann, Monaco di Baviera, 1941; Semiten der Wüste unter sich [I semiti del deserto nei rapporti reciproci] Gutenberg, Berlin, 1937.

(5) Cfr. Mircea Eliade, Histoire, cit.

(6) Cfr. Mircea Eliade, Mefistofele e l'androgine, Edizioni Mediterranee, Roma, 1971 (originale 1962); De Zalmoxis à Gengis-Khan, Payot, Paris, 1970 (ed. it.: Da Zalmoxis a Gengis Khan, Ubaldini, 1975).

(7) Questo fu ascoltato dall'autore in un sermone domenicale a Udine nel 1966.

(8) Cfr. Mircea Eliade, Trattato, cit.

(9) Richard Eichler, Der Widerkehr des Schönen [Il ritorno del Bello],Grabert, Tübingen, 1984.

(10) Cfr. Alfred Bäumler, Estetica, Edizioni di Ar, Padova, 1999 (originale 1934).

(11) Raffaele Pettazzoni, L'essere supremo nelle religioni primitive: l'onniscienza di dio, Einaudi, Torino, 1957.

(12) Cfr., ad esempio, Carlo Pascal, Dèi e diavoli, I Dioscuri, Genova, 1988 (originale 1904).

(13) Degli interessanti articoli sono stati pubblicati al riguardo nella rivista "Orion" di Milano, nei numeri di marzo 1997 (Jean-François Mayer, a proposito dell'Iran e della Russia settentrionale) e di settembre 1997 (Christopher Gérard, sul risorgere del paganesimo su scala planetaria).

(14) Cfr., ad esempio, P. E. Cleator, Los lenguajes perdidos [I linguaggi perduti], Aymá, Barcellona, 1963.

(15) Mircea Eliade (Histoire, cit.) documenta come l'appellativo "il negro", usato anche come nome proprio, esistesse fra i paleoebrei - anche un nipote di Mosè si chiamava così. Cfr. anche Hans F. K. Günther, Rassenkunde des jüdischen Volkes [Antropologia del popolo ebraico], Lehmann, Monaco di Baviera, 1942. [Nota del Curatore. Tra i testi che demoliscono la veridicità delle asserzioni anche dei più "storici" libri biblici (da "Mosè" al "Muro del Pianto" – invero, mura di cinta della Fortezza Antonia e non resti del "Tempio di Salomone/Erode" – passando per la "conquista" di Canaan e gli "imperi" di "Davide" e "Salomone"), precisa opera di ricostruzione ideologica a posteriori, vedi: Giovanni Garbini, Storia e ideologia nell‘Israele antico, Paideia, Brescia, 1986, Ernest L. Martin, The Temples That Jerusalem Forgot, I templi che Gerusalemme dimenticò, ASK Publications, PO Box 25000, Portland, Oregon-USA, 2000, e Israel Finkelstein e Neal Asher Silberman, Le tracce di Mosè - La Bibbia tra storia e mito, Carocci, Roma, 2002].

(16) A titolo di curiosità, esiste negli Stati Uniti un'associazione di ebrei politeisti che si rifanno all'ebraicità – se così ci si può esprimere – pre-mosaica. Essi affermano di essere loro i 'veri' ebrei (né si saprebbe dar loro torto).

(17) L'opera del Ross (1844-1906) fu acquistata in blocco dal clero anglicano e quasi interamente distrutta; egli morì oscuramente a Londra nel 1906. Ma una traduzione tedesca ebbe poi una discreta circolazione nell'anteguerra: Saladin, Jehovas gesammelte Werke [Silloge delle opere di Jahweh], Schreckenbach, Leipzig, 1937 (ripubblicata in anastatica dalla Versandbuchhandlung Hilde Müller, Frankfurt am Main, 1978). Un ottimo riassunto è dato da Erich Glagau nell’ottimo Die grausame Bibel [L’orrenda Bibbia], Verlag Werner Symanek, Gladbeck, 1991.

(18) Morton Smith, Gli uomini del ritorno, Essedue, Verona, 1984 (originale 1971).

(19) William Hirsch, citato da Erich Glagau, Die grausame Bibel, cit.

(20) Cfr. Paolo Xella, Gli antenati di dio, Essedue, Verona, 1982.

(21) Chants de Maldoror.

(22) Erich Glagau, Die grausame Bibel, cit. Il Glagau è anche autore dell'eccellente opuscolo Die mosaisch-christliche Religion und das deutsche Volk (edizione dell'autore, Baunatal, senza data di pubblicazione [anni Novanta: La religione mosaico-cristiana e il popolo tedesco]). Al Glagau si ispira l'articolista Karoline Ederer, autrice dell'opuscolo Was geht uns die jüdische Geschichte als Religion an? [Perché ci riguarda la storia ebraica in quanto religione?] K. Ederer Verlag, Monaco di Baviera, 1976.

(23) Mircea Eliade, Histoire, cit.

(24) Cfr. la rivista "Orion" di Milano, settembre 1998.

(25) Sull'argomento del cosiddetto "olocausto" si consulti, ad esempio, Carlo Mattogno, Intervista sull'olocausto, Edizioni di Ar, Padova, 1996, dove è anche data un'esauriente bibliografia.

(26) Cfr. Piero Sella, Prima di Israele, Edizioni dell'Uomo libero, Milano, 1996.

(27) Vedi John R. Baker, Race [Razza],Oxford University Press, Oxford (Inghilterra), 1974. [Nota del Curatore. La questione della conversione delle genti cazare al giudaismo è in realtà più complessa di quanto sostengano le tesi "subentrazioniste", che vogliono che gli ebrei dell’Europa Orientale (askenaziti, da Askenaz=Germania) non siano in realtà discendenti dall’antico miscuglio razziale semita-armenoide-anatolico-negroide, ma dai cazari turco-mongolici stabilitisi nei territori tra il Mar Nero e il Mar Caspio a partire dall’VIII secolo d.C. Tesi modernamente affermate dall’ebreo "ateo"-comunista (poi piagnone del "dio che è fallito") Arthur Koestler in La tredicesima tribù - L’impero dei Cazari e la sua eredità, Edizioni di Comunità,1980 e, sulla sua scia, riprese da taluni polemisti "di destra" più o meno "antisionisti". Al contrario, da parte nostra concordiamo con l’ufficialità del pensiero giudaico espresso dalle tre grandi enciclopedie ebraiche del Novecento (The Jewish Encyclopedia 1901-05, The Universal Jewish Enyclopedia 1943 ed Encyclopedia Judaica 1983 e sgg.), dai numerosi dizionari dell’ebraismo e dalla quasi totalità degli studiosi ebrei, osservando non solo che, stando alla (peraltro scarsa e controversa) documentazione, al giudaismo si convertirono unicamente gli strati dominanti delle genti cazare, ma, soprattutto, che gli ebrei askenaziti, presenti fino all’Ottocento essenzialmente nei territori polacco-lituani e non russo-ucraini, discendono nella quasi totalità dagli ebrei migrati ad oriente dopo le innumeri espulsioni medioevali-cinquecentesche dall’Europa centro-occidentale e, parzialmente, dagli ebrei giunti sulle coste nordiche del Mar Nero nel corso del primo millennio d.C., dei quali ultimi la setta anti-talmudica dei caraiti resta un ramo ben distinto].

(28) August Vogl, in "Neue Anthropologie", Amburgo, luglio-dicembre 1991.

(29) Cfr. Erich Glagau, Die mosaisch-christliche Religion, cit. Di utile riferimento anche la pubblicazione periodica di Manfred Roeder, "Deutsche Bürgerinitiative" (Schwarzenborn, Hessen).

(30) Cfr. Mircea Eliade, Initiation, rites, societés secrètes [Iniziazione, riti, società segrete] Gallimard, Paris, 1959.

(31) Cfr. Ewald Volhard, Il cannibalismo, Bollati Boringhieri, Torino 1991 (originale 1939).

(32) Cfr. John Kleeves, Un paese pericoloso, Barbarossa, Milano, 1999.

(33) Cfr. Mircea Eliade, Histoire, cit.

(34) Paolo Galante sulla rivista "Mercurio" di Forlì, numero 6, Samhain 1999.

(35) Cfr. Mircea Eliade, Occultisme, sorcellerie et modes culturelles [Occultismo, stregoneria e mode culturali], Gallimard, Paris, 1978 e Julius Evola, Metafisica del sesso, Mediterranee, Roma, 1969.

(36) Cfr. Mircea Eliade, Le sacré et le profane [Il sacro e il profano], Gallimard, Paris, 1975 (originale 1957).

(37) Al riguardo si consulti il periodico "Il problema ebraico", edita da Ar, Padova, a partire dal 1999. Cfr. anche Piero Sella, Prima di Israele, cit.

(38) Su questo argomento si veda Wilhelm Kammerer, Die Fälschung der Geschichte des Urchristentums [La falsificazione della storia del cristianesimo primitivo], Verlag für ganzheitliche Forschung und Kultur, Wobbenbüll/Husum, 1981.

(39) La biografia di Gesù scritta dal gesuita Giuseppe Ricciotti (Mondadori, Milano, 1974 [originale 1941]) è un testo serio che può esere utilmente consultato come fonte di dati fattuali. Il Ricciotti scrisse questo suo libro per controbattere Ernest Renan (Vita di Gesù, Newton, Roma, 1994 [originale 1863]), autore della prima - ormai superata - 'biografia laica' di Gesù Cristo. [Nota del Curatore: Innovativi e fondamentali al proposito sono Mario Turone, Gesù e Paolo identificati nella storia profana, Guanda, 1958 e David Donnini, Nuove ipotesi su Gesù, Macro Edizioni, 1993 e Cristo - Una vicenda storica da riscoprire, Erre Emme, 1994].

(40) Der Antichrist [L’Anticristo]. Poi quest'idea ebbe molti sostenitori, fra i quali un'autrice che meriterebbe di essere conosciuta meglio, Maximiane Portas (che scriveva con lo pseudonimo di Savitri Devi), che scrisse, fra l'altro, Souvenirs et réflexions d'une aryenne [Ricordi e riflessioni di un’ariana] (edizione dell'autrice, Calcutta, 1976) e Paul de Tarse ou Christianisme et Judaïsme [Paolo da Tarso, o Cristianesimo e giudaismo] (ARS, Cairo [?], 1981).

(41) Ci si riferisca a qualsiasi storia seria delle religioni; ad esempio quella di Mircea Eliade (Histoire, cit.).

(42) Sulla possibilità della sopravvivenza di pratiche spermatofagiche nelle Chiese cristiane, un documento è stato riproposto negli anni Novanta dall'Istituto Mediterraneo di Studi Politeisti di Marostica (Vicenza): Georges Le Clément de Saint Marcq, Eucaristia e spermatofagia (originale 1914).

(43) Cfr. Mircea Eliade, Trattato, cit.

(44) Cfr. Roberto Sicuteri, Lilith, la luna nera, Astrolabio, Roma, 1980.

(45) Questo processo è descritto in modo magistrale da Louis Rougier nell'introduzione all'edizione francese dell'opera di Celso: Celse contre les chrétiens [Celso contro i cristiani], Copernic, Paris, 1977.

(46) Wilhelm Erbt, Weltgeschichte auf rassischer Grundlage [Storia mondiale su basi razziali], Moritz Diensterweg Verlag, Francoforte sul Meno, 1925 [Nota del Curatore: la problematica della storia come opera non di un indistinto essere umano, ma di gruppi razzialmente determinati è stata affrontata anche da Eugène Pittard E., Les races et l‘histoire - Introduction ethnologique a l‘histoire, La Renaissance du Livre, Parigi, 1924 e C.D. Darlington, L‘evoluzione dell‘uomo e della società, Longanesi, Milano, 1973].

(47) Der Mythus des XX. Jahrhunderts [Il mito del XX secolo].

(48) Lo storico Heinrich von Treitschke (1834-1896) fu il grande teorico dell'idea secondo la quale la riforma luterana avrebbe rappresentato la ribellione dello "spirito nordico e germanico" contro la "schiavitù clericale verso Roma" - qualcosa di veramente fuori luogo. Fu sempre il Treitschke a romanticizzare per la prima volta i cavalieri teutonici, i quali, invece, erano stati estremamente mal visti nella Germania medioevale, sia dalla nobiltà che dagli strati popolari, in quanto considerati uno strumento del papato.

(49) Hermann Güntert, Der arische Weltkönig und Heiland [Il re ariano del mondo e la Terra di Salvezza], Max Niemeyer, Halle (Saale), 1923.

(50) Jenseits von Gut und Böse [Al di là del bene e del male].

(51) Fu il "mondo indo-mediterraneo" di cui parlò per primo Vittore Pisani (L'unità culturale indo-mediterranea, in: AA.VV. "Scritti in onore di Alfredo Trombetti", UTET, Torino, 1938). Cfr.: Marija Gimbutas, Old Europe, c. 7000-3500 b.C. [Antica Europa, dal 7000 al 3500 a.C.] (in: "Journal of indo-european studies", I, 1973); Mircea Eliade, Histoire, cit.

(52) Cfr. Carlo Pascal, Nerone, storia e leggenda, Melita, Genova, 1987 (originale 1901).

(53) Louis Rougier, Une faillite: la scholastique [Un fallimento: la Scolastica], Pauvert, Paris, 1966; Celse, cit.

(54) Cfr. Silvano Lorenzoni, Chronos, cit.

(55) Si consulti, sapendolo interpretare, un qualsiasi buon manuale di teologia dogmatica., quale card. Massimo Massimi, La nostra fede. Manuale di teologia dogmatica per laici, Libreria Vaticana, Roma, 1938.

(56) Hanns Heinz Ewers, Die letzte Wille der Stanislawa d'Asp [L‘ultima volontà di Stanislava d‘Asp], nella collana Die Besessenen [I posseduti], Georg Müller, Monaco di Baviera 1919.

(57) Sull'argomento "suicidio" utile è il numero speciale 388 (1979) di "Historia", Parigi. Cfr. anche Claude Guillon et Yvs Le Bonnec, Suicide, mode d'emploi [Suicidio, modo d’uso], Alain Moreau, Paris, 1982.

(58) Sull'argomento "diavolo" c'è un'ampia letteratura, ad esempio Alberto Cousté, Biografía del diablo [Biografia del diavolo], Argos, Barcelona, 1978.

(59) Cfr. Mircea Eliade, Histoire, cit.

(60) Sugli sviluppi storici del manicheismo europeo cfr. Steven Runciman, The medieval manichee [Il manicheismo medioevale], Cambridge University Press, Cambridge (Inghilterra), 1969 (originale 1947).

(61) Cfr. Mircea Eliade, De Zamolxis à Gengis-Khan, cit.

(62) Edgar Dacqué, Urwelt, Sage und Menschheit [Mondo primevo, saga e umanità], Oldenbourg, Monaco di Baviera, 1928; Aus den Tiefen der Natur [Dal profondo della natura], Pfister und Schwab, Büdingen, 1944.

(63) Su Luigi Pareyson cfr. Francesco Tomatis, Ontologia del male. L'ermeneutica di Pareyson, Città nuova, Roma, 1995.

(64) Marcel Gauchet, Le désenchantement du monde [Il disincanto del mondo],Gallimard, Paris, 1985.

(65) Rudolf Otto, Das Heilige, Beck, Monaco di Baviera, 1971 (originale 1917; ed. it.: Il sacro - L‘irrazionale nell‘idea del divino e la sua relazione al razionale, Feltrinelli, 1984).

(66) Soirées de Saint Pétersbourg. (ed.it.: Le serate di Pietroburgo, Rusconi, 1971).

(67) Albert Caraco, Breviario del caos, Adelphi, Milano, 1998 (originale 1982).

(68) Al riguardo, utilissimo Rivolta contro il mondo moderno di Julius Evola (Mediterranee, Roma, 1969). Cfr. anche Ernst Kantorowicz, Federico II, Garzanti, Milano, 1940 (originale 1931).

(69) Su questo argomento - per quel che riguarda la cristianizzazione dell'area germanica - cfr. Rainer Tetzner, Germanische Göttersagen [Saghe germaniche degli dei], Reclam, Stuttgart, 1994.

(70) Cfr. Carlo Pascal, Dèi e diavoli, cit.

(71) R.N. Coudenhove-Kalergi, Held oder Heiliger [Eroe o santo], Paneuropa Verlag, Wien, 1927.

(72) Cfr. Jacques Soustelle, L'univers des aztèques [L’universo degli aztechi], Hermann, Paris, 1979.

(73) In Lituania ha sede l'associazione ROMUVA, diretta dal prof. Jonas Trinkunas, che fa da punto di riferimento per i politeisti di tutto il mondo; e alla quale lo scrivente ha l'onore di appartenere. L'occasione del suo primo grande raduno internazionale, nell'estate del 1998, ebbe un notevole eco nella stampa indiana e in quella giapponese; e dall'India e dal Giappone furono ricevuti molti telegrammi di congratulazioni. Silenzio di tomba, invece, da parte dei media occidentali.

(74) Carl Atzenbeck, Der Pyrrhussieg des Christentums [La vittoria di Pirro del cristianesimo], Blick+Bild Verlag, Velbert und Kettwig, 1964.

(75) Julius Evola, Rivolta, cit.; Imperialismo pagano, Edizioni di Ar, Padova, 1996 (originale 1928).

(76) Mircea Eliade, Trattato, cit.

(77) Cfr. Jean-Charles Pichon, Histoire universelle des sectes et des sociétés secrètes [Storia universale delle sette e delle società segrete], Laffont, Paris, 1969.

(78) Specificamente in Italia, ancora nel Seicento la Chiesa vietava la traduzione dei testi veterotestamentari; e le eventuali traduzioni erano mandate pubblicamente al rogo. Cfr. Gigliola Fragnito, La Bibbia al rogo, il Mulino, Bologna, 1997.

(79) Gli ebrei subirono certamente delle persecuzioni durante il Medioevo - persecuzioni spesso di origine popolare e dalle quali generalmente furono salvati dalle autorità, sia ecclesiastiche che civili. Si trattò comunque di persecuzioni estremamente blande in confronto a quelle dirette contro i vetero e neopagani, contro i catari e albigesi e addirittura contro i musulmani.

(80) Cfr. un interessante articolo di Maurizio Murelli sulla rivista "Orion" di Milano, dicembre 1999.

(81) Ralph Perier è autore di tre provocativi opuscoli: Religion and race [Religione e razza], Liberty Bell (Stati Uniti), 1980; The Jews love christianity [Gli ebrei amano i cristiani], Liberty Bell (Stati Uniti), 1980; Christianity, a religion for sheep [Il cristianesimo, religione del gregge], Historical Review Press (USA), 1980.

(82) Sullo sviluppo e il significato della Riforma protestante, utile Rivolta di Julius Evola, cit.

(83) L'argomento del parallelismo fra protestantesimo e islam è stato sviluppato in dettaglio da Silvio Waldner in una sua conferenza a Trieste il 19.02.00; fatta quando fu annunciata la costruzione di una moschea nella capitale della Venezia Giulia. Ma già nel secolo XIX la strana affinità psicologica fra Maometto e Lutero era stata notata da un acuto storico ebreo, Bernard Lazare, nel suo L'antisémitisme (Documents et témoignages, Paris, 1969 [originale 1894; tr. it.: L’antisemitismo, Edizioni Sodalitium, Verrua Savoia, 1999]).

(84) Soirées de Saint Pétersbourg.

(85) Citato da Georges Batault, Aspetti della questione giudaica, Edizioni di Ar, Padova, 1984 (originale 1921).

(86) Max Weber, L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, Rizzoli, Milano, 1991 (originale 1905). Werner Sombart, Der Bourgeois, Duncker und Humblot, Monaco di Baviera, 1913, ed. it.; Il borghese, Guanda, 1994; Gli Ebrei e la vita economica, Edizioni di Ar, Padova, 1997 (originale 1911).

(87) Ad esempio: Werner Sombart, Gli Ebrei e la vita economica, cit.; Gerd Schmalbrock, Die Wahrheit kann nicht schaden [La verità non può fare male], Verlag IKC, Gladbeck, 1981; Jean Lombard, La face cachée de l'histoire moderne [La faccia nascosta della storia moderna], in proprio, Madrid, 1984.

(88) Cfr. Julius Evola, Rivolta, cit.

(89) Cfr. Mircea Eliade, Histoire, cit.

(90) Questa notizia è riportata da Julius Evola, Rivolta, cit.

(91) Cfr., ad esempio, card. Massimo Massimi, La nostra fede, cit.

(92) Che l'America capitalista fosse il punto di riferimento dei bolscevichi dei primi tempi (perfino nella loro produzione letteraria - vedi il "poeta" Majakovskij), fu subito esplicito (cfr. Julius Evola, Americanismo e bolscevismo, ne "I saggi della Nuova antologia", Edizioni di Ar, Padova, 1970 [originale 1929]). Sul lato filosofico del marxismo, un esposto esaustivo è quello di Gustav Wetter, Sowjetidelogie heute [L’ideologia sovietica, oggi], Fischer, Frankfurt am Main, 1979. Come l'ultimo marxismo ufficiale (URSS, Cina) presentasse la sua Era Messianica è descritto in modo chiaro da Heinrich Härtle, Die falschen Propheten [I falsi profeti], Vowinckel, Neckargemünd, 1973. La prassi del "socialismo reale" è data in AA.VV., Il libro nero del comunismo, Mondadori, Milano, 1998.

(93) Per quel che riguarda il modus operandi e la teoria del capitalismo, buona è la pubblicazione "L'Antibancor" delle Edizioni di Ar, Padova. Nel numero speciale 48 di dicembre 1999 della rivista "L'uomo libero" di Milano si troverà, di Mario Consoli, Contro il dio denaro - Metamorfosi degli strumenti economici dalle origini alla tirannide mondialista, un esauriente esposto di questo argomento, corredato da un'ottima bibliografia in lingua italiana. La prassi del "capitalismo reale" è ben esposta (sia pure con le limitazioni inevitabili a chi si rifaccia ad un paradigma marxista) anche in AA.VV., Il libro nero del capitalismo, Tropea, Milano, 1999. L'escatologo degli usurai, Francis Fukuyama, si fece un nome col suo La fine della storia e l'ultimo uomo, Rizzoli, Milano, 1992.

(94) Max Weber, L'etica protestante, cit.

(95) Mircea Eliade, Le sacré et le profane, cit.

(96) Ne sia qui menzionato uno che riassume l'argomento in modo molto tipico: Dietrich Bronder, Christentum in Selbstauflösung [Autodissoluzione del cristianesimo], Pfeiffer, Hannover, 1956. Questo libello ebbe una grandissima circolazione nella Germania degli anni Sessanta.

(97) Il "razionalismo etico" iniziato da Immanuel Kant con la sua Kritik der praktischen Vernunft [Critica della ragione pratica] fu in realtà un tentativo di lanciare un salvagente allo jahwismo bibliolatrico in un'epoca di incipiente allontanamento dalla devozione religiosa. Kant, che come epistemologo fu una delle menti più grandi di tutti i tempi, nella Kritik der praktischen Vernunft cadde in una trappola che egli stesso, inconsapevolmente, si era tesa: il decaloghismo, estromesso per la porta, fu fatto rientrare per la finestra, camuffato da 'legge morale' automanifestantesi a ogni 'umano' (di checché si possa trattare), in quanto tale.

(98) Descritta perfettamente da Hans Hartmann, Cant, die englische Art der Heuchelei [Cant, l‘arte inglese dell‘ipocrisia], Junker und Dünnhaupt, Berlin, 1940.

(99) Walton Hannah, Darkness visible [Tenebre visibili], Augustine Press, Chumleigh (Inghilterra), 1980.

(100) Cfr. Umberto Malafronte, La tentazione di Faust, Edizioni di Ar, Padova, 1989; l’ottimo John Kleeves, Sacrifici umani – Stati Uniti: i Signori della Guerra, il Cerchio, Rimini, 1993.

(101) Jonathan Schell, Das Schicksal der Erde [Il destino della Terra], Piper, Monaco di Baviera, 1982.

(102) Cfr. Alain De Bénoist, Oltre l'Occidente: Europa e Terzo Mondo: la nuova alleanza, La Roccia di Erec, Firenze, 1986.

(103) Cfr. Alexandre Del Valle, L'islamisme et les Etats Unis [L’islamismo e gli Stati Uniti], L'âge d'homme, Lausanne, 1997. - È stato osservato dal già citato August Vogl che il monoteismo è la dottrina ideale per i buoni a nulla: chi è per natura un abbietto (ed egli, generalmente, sa di esserlo, sia pure a livello semiconscio) si aggrappa a una dottrina (un monoteismo: confessionale o laico) che gli conferisce una pagliaccesca "dignità" mettendolo nel novero degli "eletti" (o dei "giusti"); per nascita (ebraismo) o per "cooptazione" o per "conversione" (cristianesimo, islam, marxismo). L'islam è una forma particolarmente semplicistica di monoteismo, perfettamente adatta all'intelligenza larvale dei risentiti del Terzo Mondo, dei quali è divenuto, nel 1975-80, il cavallo di battaglia. Interessante il fatto che perfino in India, paese quasi totalmente terzomondista, i monoteisti (musulmani, soprattutto, ma anche cristiani) sono visti come 'feccia' dal resto della popolazione.

(104) Dal punto di vista strutturale, i culti monoteisti hanno molto in comune coi partiti politici.

(105) Carl Atzenbeck, Der Pyrrhussieg, cit.; Julius Evola, Imperialismo, cit.

(106) Il biologo molecolare Jacques Monod, per molto tempo marxista, fa questa osservazione nel suo conosciutissimo Le hasard et la nécessité, Seuil, Paris, 1970 (ed. it.: Il caso e la necessità, Mondadori, 1974). Ma anche, ad esempio, Poul Anderson, scrittore di fantascienza di spicco negli USA e materialista a oltranza, gli fa coro (ad esempio, vedi Is there life in other worlds?, C’è vita in altri mondi?, Collier, New York, 1963). L'Anderson è personaggio di spicco negli ambienti progressisti e scientifici americani.

(107) Ad esempio, Rino Cammilleri nel suo (pur pregevole) pamphlet diretto alla gioventù: Fregati dalla scuola, Effedieffe, Milano, 1997.

(108) La problematica della scienza moderna è discussa con qualche dettaglio dall'autore nel suo libro di prossima pubblicazione, Chronos, cit.

(109) La scienza ufficiale cosiddetta 'pura' soggiace alla visione segmentaria del tempo, che condiziona gli 'scienziati' per via subliminale. Ogni cosa deve avere avuto un 'inizio' di qualche genere e deve 'tendere' a qualcos'altro. Dunque, ad esempio, l'idea che l'universo abbia avuto origine in una certa data attraverso un'esplosione primordiale ("big bang") e che tenda alla 'morte termica'. Anche la vita deve avere avuto una qualche 'origine', salvo poi 'evolversi' in obbedienza ad automatici meccanismi. Il darwinismo e il 'creazionismo' biblista sono antitetici solo in apparenza: in realtà sono due pagliacciate che l'una vale l'altra.

(110) Eureka, ed. originale 1848, da una conferenza tenuta il 3 febbraio 1948, ed. it.: Eureka - Un poema in prosa, Bompiani, 2001, testo inglese a fronte.

(111) Cfr., Mircea Eliade, Trattato, cit. Ma questo l'Eliade lo documenta in tantissime sue opere.

(112) Kurt Hübner, in Die Wahrheit des Mythus [La verità del mito] (Beck, Monaco di Baviera, 1985), argomenta in modo convincente che un arricchimento tecnologico ci sarebbe potuto essere anche in ambiente 'mitico' (politeista) - ma che avrebbe avuto un significato molto diverso e delle conseguenze molto meno catastrofiche di quanto è stato il caso in un mondo monoteista.

(113) Cfr., Mircea Eliade, Herreros y alquimistas [Fabbri e alchimisti], Alianza, Madrid, 1974 (originale 1956). L'Eliade documenta anche come ogni "progresso" tecnico (in particolare, l'avvento dell'Età del Ferro) abbia portato a un generalizzato impoverimento.

(114) Fëdor Dostoevskij lo afferma nel migliore dei suoi romanzi, I demoni, e così Julius Evola in Imperialismo, cit.; Friedrich Nietzsche (citato da Daniel Halévy, Vita eroica di Nietzsche, Il Borghese, Roma, 1974) vede la tecnica come una chimera autoconsapevole; Oswald Spengler, nel suo Der Untergang des Abendlandes, definisce l'ingegnere "il sacerdote della macchina".

(115) Theodore Kaczynski ('Unabomber'), Il manifesto contro la civiltà tecnologica, SEB Società Editrice Barbarossa, Cusano Milanino, 1997.

(116) Non ci si addentrerà questo argomento, già trattato in dettaglio da Silvio Waldner in La deformazione della natura - Disordine razziale e catastrofe ecologica, Edizioni di Ar, Padova, 1997. Cfr. anche le ampliazioni che Silvano Lorenzoni, commentando il testo del Waldner, ha pubblicato nel foglio di diffusione libraria "Margini", di Salerno, di aprile 1999.

(117) Cfr. A. Kroker e M. Weinstein, Data trash, Urra, Milano, 1996. Gli autori mostrano qualche preoccupazione per quali potrebbero essere gli sviluppi ultimi di queste tendenze, soprattutto quando tutta l'"autostrada virtuale", alias la "rete" dovesse essere completamente in mano alla classe capitalista (che loro chiamano la 'classe virtuale').

(118) Sulle teorie di Neil Postman, cfr.: Hildegonde du Bois, Hoe media de kultuur veranderen [Come i media cambiano la cultura], nella rivista "Teksten, kommentaren en studies" (Olanda), Desember 1987; Christian Erdmann, Wie man sich zum Tode vergnügt [Come divertirsi fino a morire], rivista "MUT", Asendorf, luglio 1985.

(119) Eccellente, al riguardo, Massimo Fini, Il denaro, Marsilio, Venezia, 1998. Cfr. anche i riferimenti a nota (92).

(120) Cfr. Silvio Waldner, La deformazione della natura, cit.

(121) Cfr. Max Weber, L'etica protestante, cit.

(122) L'analisi qui presentata segue quella fatta da Silvio Waldner in una conferenza data a Vicenza il 22.05.99, il cui testo è stato pubblicato sulla rivista "L'inferocito" di Lonigo (Vicenza). Un'analisi analoga (ma che non giunge alle ultime conseguenze) viene svolta da Maurice Cury nell'introduzione al Libro nero del capitalismo, cit. Utile è anche: Jeremy Rifkin, La fine del lavoro, Baldini e Castoldi, Milano, 1995.

(123) Citato da Heinrich Härtle, Die falschen Propheten, cit.

(124) Nicholas Negroponte, Essere digitali, Sperling e Kupfer, Milano, 1995.

(125) Guillaume Faye, L'archéofuturime, L'Aencre, Paris, 1998 (tr. it.: Archeofuturismo, SEB Società Editrice Barbarossa, Cusano Milanino, 1999).

(126) La maggioranza di queste casistiche sono state analizzate da Guillaume Faye. I punti (a) e (b) sono trattati in dettaglio da Silvio Waldner, La deformazione della natura, cit.; sul punto (c) il medesimo ha tenuto un'illuminante conferenza a Crespano del Grappa (Treviso) il 26.11.99. Sul punto (h), utile è Lester Thurow, Il futuro del capitalismo, Mondadori, Milano, 1996; sul punto (n) vedi Jeremy Rifkin, Il secolo biotech, Baldini e Castoldi, Milano, 1998.

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